Rimane un sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, Aleandro Rallo
La Cassazione rigetta il ricorso del legale
Rimane un sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza il 31enne marsalese Aleandro Rallo - nipote di Vito Vincenzo Rallo, ritenuto il âreggenteâ della famiglia mafiosa di Marsala, entrambi arrestati e poi condannati nellâambito dellâindagine dei carabinieri âVisirâ (14 arresti il 10 maggio 2017).
A deciderlo la seconda sezione della Corte di Cassazione (presidente: Andrea Pellegrino; relatore: Emanuele Cersosimo) respingendo il ricorso della difesa avverso la decisione della Corte dâappello di Palermo, che a sua volta aveva confermato le misure di prevenzione disposte dal Tribunale di Trapani il 23 febbraio dello scorso anno. La Suprema Corte ha ritenuto âinammissibileâ il ricorso contro le misure di sorveglianza âin quanto avanzato per motivi manifestamente infondatiâ. Il ricorrente è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di 3 mila euro in favore della Cassa delle Ammende.
La difesa di Aleandro Rallo ha sostenuto, senza successo, âlâassenza dei presupposti soggettivi necessari ai fini del giudizio di pericolositĂ socialeâ e la loro attualitĂ . I giudici dâappello, inoltre, sempre secondo la difesa, nel rigettare il ricorso del legale di Aleandro Rallo, avrebbero fondato la loro decisione esclusivamente sulla sentenza di condanna per associazione mafiosa, reato commesso nel 2015, quando il 31enne marsalese avrebbe fatto da tramite tra gli affiliati alla famiglia mafiosa e lo zio Vito Vincenzo Rallo. La Corte dâappello, inoltre, sempre secondo il difensore, non avrebbe tenuto conto della âdisgregazione del clan mafiosoâ marsalese, dovuto ad una serie di condanne definitive riportate dagli affiliati e della mancanza di carichi pendenti e di precedenti penali specifici per il nipote del boss, nonchĂŠ della concessione del beneficio della liberazione anticipata.
Nel processo âVisirâ, Aleandro Rallo è stato condannato a poco piĂš di otto anni di carcere, mentre lo zio a 20 anni âin continuazioneâ con unâaltra condanna del 2013. La Cassazione ha reso definitive le condanne nel luglio 2022.
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