Piccoli sogni crescono, il nuovo anno con gli occhi dei migranti

Desideri semplici - andare a scuola, imparare l'Italiano, trovare un lavoro, potere un giorno riabbracciare le famiglie - e speranze affidate al futur...

Desideri semplici - andare a scuola, imparare l'Italiano, trovare un lavoro, potere un giorno riabbracciare le famiglie - e speranze affidate al futuro (ri) partendo da un presente certamente più sereno rispetto a ciò che si sono lasciati alle spalle. Sono i ragazzi migranti, alcuni appena maggiorenni, ospiti del centro SPRAR di Bonagia, gestito dalla cooperativa sociale "Badia Grande": anche loro hanno festeggiato l'arrivo del nuovo anno e si preparano ad affrontare altre piccole, grandi sfide nelle loro vite. Loro ci provano a districarsi tra modi nuovi e diversi di vivere, di mangiare, di parlare con gli altri, di imparare. Tra di loro c'è chi non aveva mai frequentato alcuna scuola prima e chi, rimasto vittima di un incidente stradale, è stato curato e operato all'ospedale di Trapani. Hanno fatto amicizia con ragazzi incontrati a scuola e persone del luogo, qualcuno ha anche la "fidanzatina" italiana e considerano Giusy Cusenza, la direttrice del centro, la loro "mamma" da cui farsi coccolare ma anche sgridare se è necessario. Sono giovani a cui, con pazienza, bisogna offrire il tempo e il modo di capire, scegliere, impegnarsi e a cui non dobbiamo aver paura di chiedere - come ha detto il Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno - di rispettare le regole del Paese in cui vivono. Grazie ad Emeka, Amir, Jafune, Abraham e Boubarry per aver condiviso un pezzetto della loro esperienza e dei loro sogni che, nella loro (apparente) semplicità, possono esserci utili per comprenderli meglio e per riconoscere, nelle nostre vite, cosa è importante e vale la pena proteggere. Non solo al giro di boa di un nuovo anno.

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