Operazione «Salus iniqua» Sgarbi: «Pd smemorato, io vittima della macchina del fango”.
Salemi, 18 maggio 2011 – Vitttorio Sgarbi interviene sulle dichiarazioni dei deputati del Pd Vinicio Peluffio e Laura Garavini. Riguardo alle...
Salemi, 18 maggio 2011 âàVitttorio Sgarbi interviene sulle dichiarazioni dei deputati del Pd Vinicio Peluffio e Laura Garavini.à«Riguardo alle insinuazioni della signorina Laura Garavini e del signorino Vinicio Peluffo, entrambi anonimi e grigi deputati del Partito Democratico, ricordo la mia lotta, solitaria, in particolar modo in Sicilia, contro le infiltrazioni della mafia nel fotovoltaico e nellâeolico, nellâambito delle cui inchieste è finito in carcere il loro compagno di partito, il deputato Gaspare Vitrano. Non mi pare di avere ascoltato dai due solerti e anonimi deputati del Partito Democratico alcuna parola di condanna per il loro compagno di partito sorpreso con una tangente in mano. Ai due smemorati ricordo ancora le minace mafiose e di gruppi di interesse, riuniti contro di me in una assembleaàa Salemi, nel corso della quale mi sono state avanzate richieste irricevibili legate alla speculazione nel settore delle energie rinnovabili.àSono stato io che ho bloccato queste richieste in modo perentorio, in tutte le sedi e in tutte le circostanze, comprese le giunte e i consigli comumali, in perfetto contrasto con le proposte e i desideri di Giammarinaro. Pur nel rispetto della democrazia elettiva, rispetto ai consiglieri comunaliàindicati e scelti da Giammarinaro, mai in nessuna occasione ho ceduto a pressioni o a condizionamenti, e per questo spesso trovandomi in minoranzaàprorpio in consigio comunale. Ai ciechi e agli smemorati del Partito Democratico ricordo che durante le elezioni europee mi sono candidato con il Movimento per lâAutonomia, ottenendo 1000 voti di preferenza a Salemi, mentre Giammarinaro sosteneva, contro di me, altri candidati, a dimostrazione di una esplicita dissociazione politica manifestatasi in numerose occasioni. In ogni caso potrà essere utile ricordare che nelle ultime elezioni a Mazara del Vallo Pino Giammarinaro ha politicamemte sostenuto il candidato dellâassessore regionale Massimo Russo, Vinuccia Di Giovanni. Nella tarda mattinata di domani â conclude Sgarbi â terrò una conferenza stampa a Roma per ribattere punto per punto alle accuse che ci muovono». Sgarbi ha anche affermato: «Eâ una macchina del fango. Salemi con me âlibera et immunis». La recente operazione di sequestro dei beni disposta nei confronti di Pino Giammarinaro corona una indagine iniziata da lontano che ha accompagnato lâesistenza politica dellâesponente di una stagione democristiana sconvolta dalla fine dei partiti e dalla loro trasformazione; unâaurea sulfurea che si è tentato di usare e si userà per mettere in discussione e ostacolare qualunque processo democratico e di rinnovamento in Sicilia. Troppo comodo evocare i fantasmi del passato di fronte a una impresa così vasta e difficile, quella di Salemi, cui ha contribuito anche Oliviero Toscani, il quale, senza avere avuto mai alcuno impedimento, ha trovato suggestiva la via dâuscita di attribuire alla mafia e a Giammarinaro difficoltà di burocrazia, di inerzia, di consuetudini amministrative clientelari. Arrivato alla fine della sua carriera politica, Giammarinaro ebbe lâintuizione di chiedere a me di candidarmi a sindaco, e raccolse i voti di unâarea politica tradizionale legata alla cultura politica ormai inesistente, quella democristiana, insieme a quelli di cittadini desiderosi di un cambiamento che câè stato. E potente. E non poteva esserci senza lâorganizzazione delle storiche tradizioni di partiti confluiti, da Andreotti e Mannino, nellâUdc.àMa nessuno poteva costruire una nuova amministrazione e una immagine positiva della città liberandola da un passato imbarazzante e ininfluente che lâaveva condannata a una mortificazione ingiusta. Oggi si si ritenta di nuovo, si fanno riemergere i fantasmi del passato per affermare lâopposto del vero. Perché Pino Giammarinaro non ha mai avuto alcun ruolo attivo, né politico né amministrativo, sul Comune di Salemi, altro che quello consentito dalla maggioranza di consiglieri che, in suo nome e con la sua organizzazione politica, furono eletti in consiglio comunale. La democrazia è anche questo. E può consentire a un sindaco eletto come me, che non abbia alcun consigliere, di nominare, in nome di una rivoluzione amministrativa, soltanto assessori senza ruolo e orientamenti politici. Anche quelli indicati per legge tra il primo e il secondo turno erano personalità estranee alla politica attiva, tecnici, e di orientamento politico diverso da quello di Giammarinaro pur nella vasta area moderata.àMa quali condizionamenti poteva porre Giammarinaro a chi, con assoluta autonomia, fin dallâinizio aveva portato a Salemi persone che non vi erano mai passate,àcome Oliviero Toscani, Peter Glidwell, Graziano Cecchini, BernardoTortorici, in un continuo braccio di ferro, peraltro facilissimo da vincere,àcon i tentativi di riconoscimento dei risultati politici democraticammete conseguiti da parte di Giammarinaro ? Mille polemiche, accese discussioni, contrasti, fino allo sfregio di nominare un Vice Sindaco autonomo e ostile a Giammarinaro, Antonella Favuzza,àe assessore un esponente candidata nelle liste del Partito Democratico, Antonina Grillo. Io ho vissuto queste contraddizioni con difficili riflessioni, ma senza rinunciare per un attimo ad assumere decisioni per la grandezza della città nella prospettiva dellâanniversario del 150° dellâUnità dâItalia di cui Salemi fu Prima Capitale. Eâ stata una grande rivoluzione, contrastata, comâera prevedibile, più dalla facile retorica dellâAntimafia che dalla effettiva capacità di condizionamento di Giammarinaro, pari a zero. Con effetti anche grotteschi, di continue fibrillazioni nella sua maggioranza, spesso indirizzata contro di me, ma anchâessa travolta dalla contraddizione tra il desiderio del nuovo e la sua pur naturale origine elettiva.àIo ho governato, senza avere una maggioranza, nella sfida a tutti nota: o con me o con Giammarinaro. Eàtra le prime persone che, come tutti sanno (fino a rompere anche i rapporti personali) che mi sono state e mi sono vicine, câè lâAddetto Stampa Nino Ippolito, di cui lâantica amicizia con Giammarinaro leggo che viene adesso usata per una infame insinuazione priva di ogni fondamento. Pur eletto anche con i suoi voti, non ho mai concesso nulla a Giammarinaro e non ho mai avuto pressioni, e neanche accettato consigli. Analoga condizione, seppure eletta con i suoi voti, ha vissuto il presidente del Consiglio Giusy Asaro, muovendosi in continui tentativi di fronda alla stessa maggioranza. Io sono stato pesantemente minacciato dalla mafia, e non ho ovviamemnte pensato allâimpotente Giammarinaro. Il Vice Sindaco Antonella Favuzza ha denunciato per prima i tentativi di condizionamento che oggi si leggono nella facile e suggestiva ricostruzione delle vicende di Giammarinaro.àNon occorrevano indagini, bastava guardare i meccanismi della democrazia che avevano fatto conseguire, alla parte politica organizzata da Giammarinaro, la maggioranza.àPuò la maggioranza chiedere e ottenere alcuni risultati ? Può il referente politico di quella maggioranza avere legittime e democratiche aspettative ? Questo è accaduto attraveso la manifestazione di legittime intenzioni tutte sistematicamente frustrate. Da qui è uscita la nuova stagione di Salemi attraverso la mia forza personale e la mia mancanza di rispetto di regole che, pur nella democrazia, potevano portare a scelte discutibili.àMa Giammarinaro, che io ho sempre rispettato, non ha mai ottenuto nullla. Lâunico potere che ha manifestato è quello che gli attribuisce la estenuante, continua, pluridecennale attenzione dellâAntimafia che lâha fatto diventare un eroe negativo e letterario, trasformando la realtà in una suggestione utile a far sentire in trincea, contro un nemico che non câè, persone abili e fantasiose come Toscani. Il Comune di Salemi e gli assessori nominati non hanno mai subìto alcun condizionamento e hanno semplicemente rispettato un mandato politico fortememnte innovativo stabilito da me, tentando di non sottrarsi alle regole democratiche. Alle mie giunte non ha mai partecipato Giammarinaro, pur avendo io spesso fatto riunioni aperte con esponenti politici e consiglieri di maggioranza e opposizione, e anche consulenti per indicare un possibile destino e una speranza per Salemi dimostrata prima di tutti e emblematicamente dal Museo della Mafia, dal Museo del Risorgimento, dal Museo del Paesaggio, e poi dalle mille iniziative culturali con ospiti da ogni parte del mondo a discutere con i cittadini, dal vescovo di Noto al matematico Odifreddi, dal giornalista Francesco Merlo al magistrato Giuseppe Ayala, in un continuo confronto di idee, sino alla straordinaria impresa delle «Case a 1 euro» fortunatamente condivisa dallo stesso Giammarinaro e promossa da me e da Toscani. Ora si vogliono far riemergere i fantasmi di un passato che non corrisponde alla realtà politica attuale di Salemi. E con il tipico effetto della machina del fango si trasferiscono vicende antiche e che non conosco di un potere tramontato, in effetti che nulla hanno a che fare con il presente e con lâamministrazione del Comune di Salemi oggi finalmente «libera et immunis»
© Riproduzione riservata