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Castelvetrano | Cultura

Nuove scoperte archeologiche a Selinunte

17 Gennaio 2018 11:31, di Redazione
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Eccezionale ritrovamento a Selinunte dove i ricercatori dell’Università di Camerino hanno individuato le costruzioni di una città antica 2.700 ann...

Eccezionale ritrovamento a Selinunte dove i ricercatori dell’Università di Camerino hanno individuato le costruzioni di una città antica 2.700 anni,  edifici destinati al culto e un sistema di tubature costruito dai Greci che portava l’acqua nelle case.  E' stata anche rinvenuta la più antica raffigurazione di tutto il mondo greco di Ecate, o Hekate, dea di origine pre–indoeuropea che fu ripresa nella mitologia greca e che si riteneva regnasse sui demoni malvagi, sulla notte e sulla luna. “Abbiamo rinvenuto – spiega Enrico Caruso, direttore del Parco Archeologico di Selinunte – anche vasi corinzi, oggetti ornamentali, statue ed addirittura un flauto sempre dell’epoca greca. Abbiamo ricostruito le case risalenti all’epoca classica ed ellenistica dopo la distruzione del 409 a.C. Abbiamo trovato alcuni elementi architettonici che appartenevano alla facciata del Tempio Y e siamo riusciti parzialmente a ricostruirla. Si tratta del Tempio dorico, circondato da colonne, più antico tra quelli selinuntini”. I geologi dell'Università di Camerino hanno utilizzato una termocamera ad alta sensibilità caricata su un drone rilevando sul terreno dell’area archeologica di Selinunte alcune anomalie termiche riconducibili ad importanti strutture sepolte di circa 2.700 anni fa che dal “Tempio M” scendono verso il porto, ha raccontato Fabio Pallotta, geo-archeologo dell’Università di Camerino consulente del Parco Archeologico di Selinunte. “Verosimilmente – spiega Pallotta – era un susseguirsi di templi e di vasche colme di limpida acqua sorgiva che ruscellava verso il mare africano per offrire prezioso ristoro ai viaggiatori di confine. Da queste immagini termiche tutti possono osservare come il gradiente di calore delinea nel terreno perfetti disegni geometrici che circondano proprio i resti del cosiddetto “Tempio M”, ora collocato lungo la sponda destra del Fiume Selino ma che, in origine, spiccava con tutta la sua bellezza sull’estremo promontorio occidentale della laguna”. Istituito dalla Regione Siciliana, il Parco Archeologico di Selinunte è uno dei più grandi d’Europa, con un’estensione di circa 270 ettari. Selinunte fu fondata nella seconda metà del VII secolo a.C. da coloni greci provenienti da Megara Hyblaea, una delle prime colonie greche di Sicilia. La città fu distrutta una prima volta nel 409 a.C. dai Cartaginesi, quindi una seconda volta dai Romani nel 250 a.C. ma, nonostante ciò, continuò ad essere abitata fino al XIII secolo circa, quando il progressivo abbandono la celò sotto una spessa coltre di sedimenti sabbiosi di natura eolica e sotto la fitta vegetazione costiera. Fu riscoperta nel 1551 da un monaco domenicano, Tommaso Fazello che iniziò a cercarla seguendo le indicazioni dello Storico Diodoro Siculo. I primi scavi a Selinunte furono eseguiti nel 1809 da parte degli Inglesi. Nel tempo è stato possibile individuare l’Acropoli, caratterizzata dall’incrocio di due strade principali e da numerosi templi, l’area abitata e due necropoli. Istituito dalla Regione Siciliana, il Parco Archeologico di Selinunte è uno dei più grandi d’Europa, con un’estensione di circa 270 ettari.

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