Cronaca

Ospedale Sant'Antonio Abate, reparto pneumologia chiuso "causa covid"

L'amarezza dei familiari dei pazienti di non poter vedere i loro cari

Laura Spanò

Trapani - (Fonte Giornale di Siclia) - Il reparto di pneumologia dell'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani è da martedì off-limits a familiari o parenti dei pazienti ricoverati “causa covid”. La segnalazione arriva da molti familiari che nel pomeriggio di martedì, arrivando anche dalla provincia, si sono ritrovati con la porta d'ingresso del reparto chiusa e un cartello che riportava “dalla data odierna 20.8.2024 l'ingresso ai parenti non è più consentito per la presenza di covid in reparto”.

Un evento questo che ha creato lamentele e amarezza nei familiari che si dicono preoccupati per i loro ammalati, per lo più gente anziana.

“Ho mio nonno ricoverato nel reparto – sottolinea Laura SB – so che non vedendoci per molti giorni si aggraverà maggiormente così come accade generalmente alle persone anziani e più fragili, in questi momenti è la nostra vicinanza a rincuorarli. Non c'è neppure la possibilità di una finestra da dove poterli magari salutare e dire loro che siamo qua e non li abbiamo lasciati soli. Niente. Sappiamo che si trovano in una stanza, una sorta di bolla covid. Abbiamo chiesto al primario del reparto, ma anche lei ci ha risposto che non si può fare nulla, queste sono le disposizioni e bisogna rispettarle. Ora però io e la mia famiglia abbiamo il timore che mio nonno non vedendoci si abbandoni. Per noi l'ospedale è il luogo dove ci si cura non ci si va per ammalarsi”. Laura è solo una dei tanti familiari che non ci sta a questa situazione e lancia un appello “fateceli vedere anche attraverso un vetro, non possiamo sparire di punto in bianco dalle vite dei nostri cari, anche se si tratta speriamo di pochi giorni”.

Dall'Azienda sanitaria provinciale parlano di lieve rialzo dei casi covid. Ma intanto in ottemperanza alle direttive del Ministero della Salute e in risposta all'incremento seppur lieve dei contagi, ha proceduto all'acquisto di 17.500 test antigenici rapidi di terza generazione per la rilevazione del virus SARS-CoV-2 e 5.000 test per la rilevazione combinata di influenza A/B e RSV (Virus Respiratorio Sinciziale). I test, fondamentali per diagnosticare precocemente le infezioni e prevenire la diffusione dei virus, sono stati acquistati dalla Biomedical Service di Scorzè (Venezia) importo: 183.078 euro, comprensivo di IVA al 5 per cento. L'acquisto comprende anche14 strumentazioni Poct (Point of Care Testing), destinate all'uso nei centri specializzati per distinguere tra infezioni da Covid-19 e altre infezioni respiratorie come l'influenza. I test sono destinati a soggetti sintomatici e asintomatici che potrebbero aver contratto il Covid-19 o l'influenza. I risultati positivi non indicano necessariamente la presenza di SARS-CoV-2 o influenza, ma segnalano la necessità di altri approfondimenti diagnostici.

L'iniziativa, dichiarata esecutiva dal direttore generale dell'ASP Ferdinando Croce, ha come obiettivo quello di “assicurare una risposta sanitaria adeguata in conformità alle direttive dell'assessorato regionale alla Salute”.

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