Cronaca

Omicidio Favara: per gli inquirenti dubbi sulla legittima difesa

Zone d' ombra nel racconto della Grignani

Ci sarebbero non poche zone d'ombra nel racconto reso da Vanda Grignani, 36 anni, accusata dell'omicidio, avvenuto in un appartamento di via Avellone, a Trapani, di Cristian Favara di 45 anni.

Inquirenti e investigatori nutrono dubbi sui motivi della lite culminata poi in tragedia, ma soprattutto sulla tesi della legittima difesa.

“Ho ucciso Cristian. Ho subito una aggressione e l'ho colpito”. La confessione della donna che ha anche precisato di aver utilizzato un coltello “poco tagliente”. Due i fendenti. Uno ha raggiunto la vittima ad una mano; l'altro, invece, quello mortale, al torace. Vanda ha dichiarato: “Ha portato a casa cocco e fumo e abbiamo litigato”. Da quanto accertato dai carabinieri, però, è emerso che anche lei è una tossicodipendente e prima che venisse condotta in caserma ha chiesto di poter assumere il metadone che custodiva a casa. Ma ha anche ammesso che poco prima del rientro del suo compagno aveva assunto cocaina. C'è poi un altro particolare che stride con la tesi della legittima difesa: l'ecchimosi in corrispondenza dell'ombelico di Vanda sarebbe l'unico segno riconducibile alla lite.

La donna ha dichiarato che a provocarle quella ferita era stato Cristian Favara con il piede di una sedia. Ed effettivamente i carabinieri hanno rinvenuto una sedia riversa a terra nel soggiorno. Secondo l'ipotesi degli inquirenti, Vanda Grignani, dopo essere stata colpita con la sedia, si sarebbe recata in cucina per prendere il coltello e sferrare i due colpi contro il convivente. “Pertanto – scrive il Gip – anche sotto tale profilo, deve ritenersi che non sia configurabile la causa di giustificazione delle legittima difesa”.Per il giudice, inoltre, “la circostanza che Vanda Grignani abbia inferto due colpi di coltello, si pone in contrasto con la prospettata assenza dell'elemento psicologico del reato di omicidio e con l'invocata legittima difesa”. La donna ha ammesso di aver utilizzato un coltello da cucina di colore grigio. Ed un coltello, come quello descritto da Vanda Grignani, è stato rinvenuto sul tavolo del soggiorno. Non, quindi, in cucina dove è stato prelevato e usato per sferrare il colpo mortale.

Anche qui, però, c'è un piccolo giallo. Il coltello, infatti, presentava tracce di sangue solo su un lato della lama. Il sospetto è che sia stato pulito, ovvero non sia l'arma del delitto. Il coltello, privo di punta e con lama seghettata, non era particolarmente tagliente. Se fosse l'arma del delitto, allora significherebbe che i colpi sono stati sferrati con violenza. Non ha, invece, trovato riscontro, almeno per il momento, l'aggravante della premeditazione contestata dal Pm, nonostante quel post equivoco pubblicato nella pagina Facebook di Vanda prima del delitto: “Stasera farò qualcosa che non avevo mai pensato. Perdonatemi”.

Per il Gip, però, quella frase non ha un senso univoco. Non si esclude, infatti, che la donna volesse fare male solo a se stessa. In passato, peraltro, si era resa protagonista di gesti di autolesionismo. Vanda Grignani è rinchiusa al Pagliarelli di Palermo. Per il giudice, infatti, “c'è il pericolo che possa commettere altri delitti della stessa specie, nonché il pericolo di inquinamento probatorio in una fase in cui i contorni della vicenda non sono ancora del tutto chiari”

Leggi l'articolo completo su Palermo Oggi
Navigazione

Categorie

Home Cronaca Attualità Sport Politica Salute Video

Comuni

2BagheriaBelmonte MezzagnoCapaciCariniCasteldacciaCefalùCinisiCorleoneFicarazziMisilmeriMonrealePalermoPartinicoTermini ImereseTerrasiniTrabiaVillabate

News24

Sicilia Italia Mondo