L’Ente Nazionale Protezione Animali è stato ammesso parte civile nel procedimento nei confronti dell'uomo che il 14 luglio 2018 a Lido Valderice, gettò la cagnetta Mia, in mare legandola ad un grande pietra e poi si allontanò. Mia riuscì a salvarsi grazie ai tanti bagnanti che si impegnarono a soccorrerla ed oggi è stata adottata e ha iniziato una nuova vita. L’uomo che ha tentato di ucciderla dovrà invece rispondere di maltrattamento e tentativo di animalicidio. Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa sottoliena che: “Mia è riuscita a salvarsi, un vero miracolo. Per lei e anche per tutti gli animali vittime di maltrattamento e uccisioni che non sono stati così fortunati chiediamo giustizia attraverso una pena esemplare per colui che ha compiuto questo gesto così disumano, orribile e vigliacco! Confido nella giustizia. Il nostro ufficio legale con l'avvocato Claudia Ricci e l'avvocato Giuseppe Inzerillo, riferimento della Retelegale Enpa per Trapani stanno seguendo il procedimento. La prossima udienza si terrà il 24 settembre prossimo”. Un dato interessante che è emerso è che al responsabile di questo atto orribile è stato anche contestato l’animalicidio nella forma del tentativo, il corrispettivo del tentato omicidio per le persone. (Fonte GDS)
"Mia", la cagnetta buttata in mare con una pietra al collo. L'ENPA ammessa parte civile
Il processo inizierà il prossimo 24 settembre
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