Cronaca

Agente della penitenziaria si spara con la pistola d'ordinanza

Sono sette dall'inizio dell'anno, mentre 61 sono i detenuti che si sono tolti la vita in carcere

Redazione

Un agente della polizia penitenziaria di Palermo si è tolto la vita nel carcere Ucciardone. Aveva appena terminato il turno ed è stato trovato senza vita. A scoprire il corpo dell’agente un collega che doveva dargli il cambio nella garitta durante il turno di sentinella. Continua la scia di morte nelle carceri del Paese. Solo poche settimane fa un altro agente della penitenziaria in servizio al carcere di Favignana era stato trovato impiccato ad un albero. E’ il settimo agente che si è tolto la vita e 61 i suicidi fra i detenuti dall’inizio dell’anno.

“Sappiamo bene che a provocare un gesto estremo come il suicidio contribuiscono una serie di concause, ma ciò che si sta verificando con un’incidenza senza precedenti non può non derivare direttamente anche da ragioni connesse al lavoro prestato. Per questo per noi si tratta di morti in servizio e per servizio”, sottolinea Gennarino De Fazio Segretario generale della UILPA Penitenziaria che chiede che si investighi in maniera approfondita su questa problematica, non ritenendo sufficienti le iniziative e i supporti, anche di natura psicologica, finalizzati a intercettare il disagio. De Fazio, reputa indispensabili e non più rinviabili interventi a monte che lo prevengano. Ciò si può realizzare dice ‘umanizzando’ le condizioni di lavoro. Il segretario della Uilpa chiede di sapere cosa ne è stato dell’Osservatorio permanente interforze sui suicidi tra gli appartenenti alle forze di polizia costituito dall’allora Capo della Polizia Gabrielli nel febbraio 2019, ma di cui non abbiamo avuto alcuna ulteriore notizia”. Allo stato attuale le carceri ospitano oltre 14.500 detenuti in più rispetto ai posti disponibili con 18mila unità di Polizia penitenziaria in meno rispetto al fabbisogno. Con questa emergenza per De Fazio servono misure urgenti da parte del Governo.

“E’ una notizia che sconvolge tutti noi. L’uomo è stato trovato senza vita sul muro di cinta, dove era di servizio, in una pozza di sangue, ferito all’addome. Si disconoscono le motivazioni del gesto estremo al momento”, dichiara, scosso e amareggiato, Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che ricorda come quello dei poliziotti penitenziari suicidi è un dramma che va avanti da troppo tempo senza segnali concreti di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

Il leader del SAPPE, premesso che allo stato sono in corso accertamenti sulle ragioni del tragico gesto, rileva che “i poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbe bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Il fenomeno dei suicidi è in crescita in tutti i corpi di polizia, ma tra noi di più. Dietro ogni morte c’è un mix di fattori, ma c’entra di sicuro lo stress correlato. La vita dentro gli istituti è diventata infernale per noi come per i detenuti. Manca il personale, i turni sono massacranti. Le liti e le aggressioni, continue. E così c’è la fuga. Molti colleghi, appena possono, vanno via; pochissimi aspettano di maturare il massimo della pensione. I giovani sperano di passare subito in altri corpi di polizia. C’è una demotivazione generale”.

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